Infatti, come suggerisce già il titolo, sia l'uno che l'altro "spingono" ,come bussole interiori, la persona verso una vita autentica, personale e completa che molti potrebbero riassumere anche con il termine Felicità, e perciò proviamo, come sempre, ad analizzarli insieme e a trarre da entrambi il miglior insegnamento possibile.
Buona lettura!
Secondo quanto dice Socrate, il Daimon ( che in greco significa Spirito ) sarebbe una guida che svolge la funzione di angelo custode, il quale accompagna la persona sin dalla nascita, proteggendola e guidandola nei momenti più difficili, mentre per l'autore P. Pullman, nei suoi romanzi della trilogia "Queste oscure materie", il Daimon sarebbe la manifestazione fisica dell'anima che sotto forma di animale ci accompagna lungo tutto il corso della vita.
Nell'adulto inoltre, sempre secondo Pullman, il Daimon rifletterebbe la personalità più profonda dell'individuo e sarebbe di sesso opposto, rispecchiando così il concetto di Animus/Anima espresso da Jung e secondo cui l'anima parlerebbe alla persona tramite la personificazione onirica di un essere di sesso opposto con lo scopo di aiutarla ( a superare momenti impegnativi o a guardare nella giusta direzione ).
I Daimon hanno anche altri nomi a seconda delle diverse culture, come i Fylgia della mitologia nordica, i Nahual di quella azteca o ancora gli Alebrijee del folclore messicano, ma seppur lievemente differenti hanno tutti una funzione comune:
quella di seguire l'uomo durante tutta la vita ricordandogli chi esso sia e mostrandogli la giusta via verso la felicità e la realizzazione personale.
Secondo lo psicologo Hillman, così come anche secondo Platone, infatti, il Daimon accompagnerebbe la persona da ben prima della sua nascita, o meglio del suo arrivo sulla Terra nella forma fisica che intendiamo comunemente noi, ma verrebbe dimenticato proprio in quell'istante per poi rifarsi vivo, di tanto in tanto, a ricordare all'anima qual è il suo destino ed alla persona il motivo per cui è giunto sulla Terra ( cosa decisa dall'Universo appunto prima della nascita ).
Più semplicemente, il Daimon si potrebbe definire anche il "demone creativo" che balza fuori all'improvviso quando siamo ispirati, o quando sentiamo il desiderio di creare o di esprimerci artisticamente, e dovrebbe essere inteso come lo spirito che alberga in noi e che è capace di evocare nella persona particolari "immagini/realtà" quando la ragione non basta più o quando, in qualsiasi modo, l'individuo viene frenato dall'essere se stesso.
In altre parole, rappresentando l'anima o il lato spirituale della persona, il Daimon si rivelerebbe come quella parte istintiva che scalpita quando si vive anestetizzati, o sepolti dalla solo razionalità e dalla ragione, mentre invece, per vivere equilibratamente e pienamente, si dovrebbe seguire anche la pancia e ciò che, a volte, è impossibile spiegare razionalmente.
Il Daimon è come un battito di cuore selvaggio che chiama dal profondo affinché la persona viva seconda la propria personalità ed esprimendo al meglio ciò che sa e ama fare d'istinto, ciò che gli premetterà di sentirsi realizzato e pieno anche in una vita molto semplice in cui dedicherà parte del proprio tempo a ciò che ama, come la lettura o il giardinaggio, e magari, se sarà molto fortunato, anche a ciò che gli permetterà di mantenersi ed in cui riesce quasi senza sforzi poichè vi è "portato/destinato".
Ancora, secondo Hillman, che basa i suoi scritti come "Il codice dell'anima" sui precedenti concetti di Platone, il Daimon serve a farci ritrovare quando ci perdiamo, a farci prendere la responsabilità delle nostre scelte e a farci smettere di sentirci vittime del vissuto sociale o familiare.
Intermediario fra dimensione divina e umana, secondo le parole di Hillman :
“Più che un dio, il daimon era una realtà psichica che aveva intimità con noi: una figura che poteva apparire in sogno, inviare messaggi..”
“...inventa e insiste con ostinata fedeltà. Si oppone alla ragionevolezza facile, ai compromessi e spesso obbliga il suo padrone alla devianza e alla bizzarria, specialmente quando si sente trascurato o contrastato a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie”
anche quando non ci facciamo caso.
In pratica è come se il Daimon, ricordandoci la via verso il nostro Ikigai, ci spingesse a decidere attivamente della nostra vita, al fine di rendere felice la nostra anima, e ci esortasse a farlo senza incolpare gli altri delle nostre insoddisfazioni o infelicità.
Se la si ascolta, l'anima, così come il Daimon, ci parla e dice istintivamente cosa fare per stare bene.
Ci consiglia, ci motiva, ci protegge.
E' come una voce che si esprime in sogno, come la pancia che indica la via, come quella parte selvaggia che ancora vive in noi, libera da ogni etichetta.
Il Daimon, l'io/genio creativo, a volte si può perdere di vista, è del tutto normale data la frenesia della vita attuale, ma non temete poichè egli continuerà sempre a bussare alla porta per far emergere ciò che siamo destinati ad essere.
Voi preoccupatevi solo di tendere l'orecchio di tanto in tanto e di essere pronti a seguire l'istinto quando vi chiama.
Si dice che il Daimon e la persona siano indivisibili, come il corpo e l'anima, e che perciò, se privati l'uno dell'altra, diano origine ad una sorta di zombie, un individuo che vaga o segue la massa senza la capacità di vivere la propria vita pienamente e con presenza.
Però si dice anche che stia all'uomo stesso di scegliere se riconnettersi o meno con il proprio Daimon e seguire la vocazione dell'anima affinché ci riporti ad essere la migliore versione di noi.
Io vi lascio alle vostre personali ricerche sul Daimon con questa ultima riflessione e vi rimando alla prossima settimana per la seconda parte, quella sull'Ikigai, così da poter avere sott'occhio il tutto e poter intraprendere, o portare avanti, il discorso "Felicità Quotidiana" al fine di migliorare la vostra esistenza e, perché no, anche quella di chi amate e vi sta accanto.
Un abbraccio e che possiate trovare la vostra dimensione nonostante tutto, poichè una vita "presente e viva" è la vera chiave per la felicità.
Bellissimo, amo molto questo discorso del daimon. Nella trilogia delle oscure materie il concetto del daimon mi ha affascinato così tanto che ho chiamato uno dei miei due spiriti guida Pantalaimon. Peccato che ultimamente mi metto poco in contatto con loro. Grazie!
RispondiEliminaGrazie Cri :) E' sempre bello ritrovarti anche qui sul blog. Prima o dopo devo prendermi il tempo per leggere tutta la trilogia come si deve poiché ,come dici tu, è affascinante :) Quanto al tuo metterti in contatto, sono certa che dove non arriverai tu, per motivi di tempo o altro, il Daimon si farà vivo cmq per darti una mano. Forse adesso si fa qualche pisolino perché si sente ascoltato, anche se tu non te ne rendi conto ^^ Chissà. A me sembra che tu faccia (e condivida) spesso cose che ti rendono viva e perciò penso tu gli stia dando da mangiare ;) Grazie a te e bacione!
EliminaSi, ne sono felice Simo e leggila la trilogia, é molto bella e diversa dal solito. L'ultimo libro é un pó complesso e lungo, ma mi è piaciuto comunque. Un bacione! 😙😙😙
EliminaGrazie mille :) Ho tutta l'intenzione di leggerla :D Bacio bacio!
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