15 agosto 2010
Provenza d'estate
Questa estate Mr Baggins ed io siamo andati a visitare la Provenza, per la mia voglia di gironzolare e per la sua voglia di caldo e sole.
In sostanza un compromesso, come si cerca di fare con chi si vuole bene.
Ho pianificato il viaggio a tappe di circa 3/4 gg in ciascuna città ,viaggiando in treno e stando fuori due settimane.
Tutti hotel due stelle senza colazione e prenotati prima, biglietti del treno fatti in anticipo tramite le ferrovie francesi e spediti gratuitamente a domicilio.
Specifico "senza colazione" perchè è decisamente meno caro farla in giro che in hotel, fidatevi.
Non mi dilungherò a raccontare la vacanza come ho fatto in precedenza poichè non ne sono entusiasta ma spenderò comunque alcune parole a giustificazione di tale "ritorno emotivo" poichè il blog è comunque e sempre il mio diario e mi aiuta a tenere la rotta.
Probabilmente il mio poco entusiasmo è dovuto anche al tipo di viaggio un po' sbagliato e all'esperienza personale/di coppia che ne ho ricavato. Sicuramente però ho appreso molto e, spero, non solo io.
Inoltre il mio animo si è scoperto più nordico di quanto credessi e così ho capito che la confusione , il poco ordine e il "pressapochismo "non fanno per me.
Non ve ne abbiate a male voi persone di Provenza ,che ci vivete o che l'amate. Ciascuno è fatto a suo modo e ciascuno ha il proprio posto nel mondo, il mio non è la Provenza ma non per questo voglio criticarla.
Cerco solo di raccontare il mio punto di vista.
Le destinazioni ,come vedete dalla foto, erano alcune delle principali città della regione con un breve sconfinamento in Linguadoca.
Viaggiando in treno non ci siamo potuti permettere grandi "voli" e quindi primo consiglio :
se potete ,evitate di visitare la Francia in treno ,meglio avere la macchina. Assolutamente. Vedrete di più, meglio, con meno ansia e spendendo meno.
I treni francesi sono cari e i collegamenti non sono ottimi, anzi.
Inoltre alcune zone piccole non sono nemmeno servite da bus e quindi dimenticatevele.
Se ve lo state chiedendo noi abbiamo fatto "di necessità virtù", che dire... abbiamo un'esperienza in più da tenere a mente.
Ma non perdiamoci, voglio essere essenziale e riassumere in breve e con poche foto .
Quando un luogo non ti entra nel cuore le foto diventano minime .
La sensazione generale, a parte la bellezza della vivida luce provenzale spazzata da un vento costante, è stata di decadenza, poca pulizia e povertà che proprio non mi aspettavo da città rinomate come Arles ed Avignone.
E qui il secondo consiglio: rifuggite le grandi città, visitatele in una sola giornata ma poi andate nei paesini in cerca di lavanda, girasoli, spezie profumate e persone.
Ecco, di questo viaggio se non altro posso dire d'aver osservato più profondamente le persone e d'aver avuto più di un'occasione per confrontarmi con lingua-usi e costumi del posto ricavandone impressioni e sensazioni variegate.
E' sempre bello viaggiare e vedere gente che viaggia ,scoprendone i modi e osservandone gli atteggiamenti. All'estero poi è ancora più interessante e bello ascoltare lingue diverse e farsi l'orecchio tentando di comunicare.
A me piace andare all'estero e imparare anche solo semplicemente guardando, ascoltando o leggendo sul posto :)
meteo:
Grazie al vento, forte e costante abbiamo sempre avuto sole brillante e cielo limpido ,solo un temporale ha bagnato e asciugato Arles in un quarto d'ora e ,un altro ,Carcassonne in una sera.
Non ha fatto caldo afoso, si stava molto bene ,a volte anche un po' troppo freschi.
Certo, appena cala il vento si sente il caldo mediterraneo e arrivano le zanzare, tenetene conto!
brevi commenti sui luoghi:
Arles:
molto romana, molti turistica, molto ventosa, non molto ben conservata e un po' mal frequentata. Occhio quando girate di sera.
Ci va davvero fantasia per scoprire i luoghi di Van Gogh ma ogni tanto c'è qualche indicazione.
Nota positiva: il trenino delle Alpilles
vi porta da Arles alla piccolissima Fontvieille . Va pianino, è aperto e si sofferma ogni tanto lungo la strada costeggiando l'Abbazia di Montmajour.
Passeggiata bucolica di mezza giornata attraverso i campi di girasoli e visita al paesino tra botteghe di souvenirs ,saponette e cappellini.
Sosta all'ombra per Mr Baggins con il mio nuovo cappellino provenzale.
Ad Arles ricordate di cenare prima delle otto, alle nove già non cucinano più e, alle 22:30, i locali chiudono.
Noi restiamo senza cena la prima sera per via di un grande ritardo a causa di un treno soppresso.
E qui terzo consiglio: compratevi sempre un panino nella stazione precedente poichè all'arrivo non si sa mai.
Carcassonne: piuttosto sporca , triste e mal frequentata la Bastide, decisamente bella e caratteristica la Citè medievale con il suo Chateau Comtal ( anche se davvero turistica e straripante di negozietti).
Rennes le Chateau:
un minuscolo paese arroccato su una cima raggiungibile solo in auto o con 4,5 km di cammino. Sede della famosa e piccola chiesetta e casa dell'abate Sauniere. Luogo magico, a patto che si legga prima qualcosa sull'oro dei templari e su Maria Maddalena .
Da Carcassonne un treno vi porta a Couiza e da lì si sale come dicevo.
Se non avete a cuore il mistero dell'abate risparmiatevi la fatica. Noi eravamo curiosi e abbiamo casualmente avuto la compagnia di un vecchio templare scozzese e di sua figlia che hanno reso la gita più ricca :)
Avignone: decisamente una città, tanti negozi grandi, tanti turisti, folla e troppa fama che gira attorno a quel poco che resta del ponte della canzone.
Bello il panorama dalle mura a patto che abbiate voglia di salire tantitanti gradini.
Il palazzo dei papi non ha suscitato in me grandi emozioni. Molto austero, severo e ormai inglobato nelle case nuove e nei tanti hotels nei dintorni.
Cavaillon: cara, piccola, poco ospitale, mal collegata alle rinomate zone intorno ( Gordes-Roussillon etc..) Non potendo visitare ciò per cui eravamo venuti andiamo a St Remy
e a Salon de Provence
in cerca di Nostradamus .
Altra delusione, altri negozi e fregatura alla famosa casa-museo che di casa non ha nulla e di museo davvero poco.
Le cittadine però sono carine.
La Ciotat: zona di mare, tanti turisti, spiaggia impraticabile. Carino il Vieux Port illuminato la sera dai banchetti che vendono souvenirs.
Poca pulizia anche qui e viuzze piccolissime e vuote in cui non perdersi da soli, ancor meno di sera.
CONCLUSIONI:
-Niente lavanda e pochissime casette dalle finestre colorate. Le grandi città sono sempre città. Meglio viaggiare in auto e farsi portare dal naso attraverso i campi e i paesini.
-Bagaglio comodo, spirito di adattamento e rapidità di riflessione e reazione, i treni non sono sempre affidabili. Preparatevi a mantenere la calma quando le cose non vanno come avevate previsto.
-Buona organizzazione per i pasti tramite insalate al volo o buonissimi panini francesi. Magari concedetevi una cena e assaggiate piatti tipici, alcuni sono molto buoni.
-Se optate per un compromesso inserite nel viaggio qualcosa che fortemente volete vedere.
Sarà un punto di forza quando vi renderete conto che certe scelte sono state totalmente errate e ,al rientro, ripagherà certe delusioni.
Io confido nel prossimo viaggio, intanto sperando che ci sia!
Un abbraccio.
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Ciao :)
Sembra che blogger abbia risolto il problema relativo ai commenti, perciò lascia pure il tuo se ti fa piacere. A presto e grazie :)