L'Equinozio primaverile parla di Luce proveniente dal Sole, che ora vince sul buio dell'Inverno riportando la bella stagione, ma anche dalla Terra, che nella festa di Ostara celebra il suo "fidanzamento" con l'astro ed insieme a lui attende Beltane per i fuochi d'artificio matrimoniali.
Eh sì, perché la Primavera in ambito celtico è una sorta di lunga preparazione allo sposalizio fra la dea ed il dio, a quell'incontro che ha visto i suoi germogli ad Imbolc, quando il Sole nato a Yule era poco più che bambino e che lentamente si schiude ora, con l'Equinozio, per condurre infine la sua fanciulla alle spettacolari nozze di Maggio.
Che si parli di Equinozio, Ostara, Eostre, Uova Cosmiche o Lepri, con queste parole si intende sostanzialmente la Primavera, l'Alba, la Stella dell'Est e la Nascita che si fa ora Trasformazione.
Si racconta di quel qualcosa che prima era solo al suo stato potenziale ma che ora può farsi concreto, esattamente come succede alla idee creative smosse dai venti di Marzo e che adesso chiedono di essere messe lentamente in pratica.
Al momento dell'Equinozio il giorno e la notte avranno la stessa durata e si creerà una sottile condizione d'equilibrio capace di risvegliare completamente tutta la Natura dal letargo invernale.
Secondo la tradizione celtica, il Signore Dormiente potrà finalmente giungere al Risveglio del proprio Sè e scoprendo sulla sua pelle le ferite dell'ultima battaglia potrà decidere di curarle, usando infine il ricordo del loro dolore per alimentare un positivo spirito di rinascita.
L'Equinozio di Primavera racchiude in sé anche tanti simboli collegati alla festività della Pasqua e siccome sono già presenti nel post dello scorso anno, come dicevo poco sopra, non mi ripeterò ma vi racconterò piuttosto della Ginestra, la pianta dedicata al giorno antecedente l'Equinozio, e che nell'Ogham celtico prende il nome di Ohn Furze-Gorse.
Come dice anche il libro (di cui vi lascio le foto più sotto affinché possiate leggere tutti i dettagli), questa pianta era considerata dai Celti un Capotribù, uno degli alberi sacri della tradizione come il Vischio, il Tasso o il Frassino, nonostante esso sia in realtà un arbusto.
Questo perché si tratta di una pianta capace di crescere parecchio, quasi ovunque e di donare alla terra morbidi e continui fiori dorati, ricchi di profumo ma anche difesi da lunghe spine, simbolo di resistenza e di ferite tramutate positivamente in crescita.
Tramite la ricchezza dei suoi fiori, nel colore, nel profumo e nella continua fioritura di essi, Gorse è simbolo di abbondanza, dolcezza, luce solare e vitalità evergreen che invitano ad esprimere gratitudine verso la vita stessa e la condivisione.
Raccogliere i propri doni e condividerli con altri al fine di "spargere" intorno dolcezza è infatti il significato di questa pianta.
Creare un circolo di scambio fra sé ed il mondo diventa il suggerimento di Gorse nell'Equinozio di Primavera, momento in cui a Persefone è permesso tornare da Demetra per dare così avvio ad un nuovo ciclo di fertilità e crescita, e fa di esso il fiore che riporta alla gioventù d'animo, all'innocenza, e quindi ancora una volta alla dolcezza condivisibile senza i filtri dell'essere adulto che spesso smorzano la speranza.
Con Gorse è tempo invece di averne il più possibile e di gioire come quando si era giovani, maggiormente capaci di avere idee e coraggiosi di metterle in pratica.
Nell'elenco dei Fiori di Bach si parla di Gorse come del fiore capace di restituire speranza e fiducia a quelle persone che necessitano nella loro vita di un sole forte, in grado di scacciare le nubi della tristezza, e capace di far capire loro che non tutto è mai perduto, che non è affatto il caso di gettare la spugna.
Oggi ho chiesto all'Ogham d'indicarmi l'albero "più prezioso per me in questa giornata" e con mia grande sorpresa è uscito proprio Gorse.
Così, data la combinazione dell'essere proprio oggi il Day of Gorse, ho voluto attardarmi un momento in più su di lui e devo dire che il tutto mi ha fatto sorridere a livello d'anima spingendomi a condividerlo qui.
Il giallo è un colore che amavo molto circa 10 anni fa ma che, a dire la verità, ho percepito come irritante in seguito, quasi fino a volerlo mettere piuttosto in parte nella vita quotidiana.
Curiosamente però è tornato a farsi vivo molte volte nei miei disegni, spesso puro ma usato in combinazione con il rosso per formare un arancio brillante e pulito, ed ora che ne osservo la vibrazione qui sulla "carta degli alberi" comprendo di percepirlo, nuovamente, in maniera del tutto diversa.
Dopo tanto tempo il colore del Sole mi comunica ricchezza interiore e invece di parlarmi di calore soffocante sembra donare luce e freschezza.
Per me, anche così a ridosso con l'Equinozio, è quasi una magia inaspettata, non c'è che dire.
E' quasi come tornare a fare amicizia con una parte di me :)
Beh, mi pare che Gorse abbia veramente dentro di sé tutta la ricchezza e la carica primaverili che esploderanno da domani ed ora che questa stagione è qui potrò raccontarvi anche dell'Aria, il suo Elemento, e di quanto essa sia connessa alla sfera mentale, brillante proprio come questo fiore.
Siete curiosi?
Bene, un po' di pazienza e vedrete quali belle sorprese vi racconterà ancora il blog.
Abbraccio e splendido Equinozio!
E mi raccomando, anche se piove portatevi il Sole dentro ;)
-l'illustrazione "fatata" di Gorse è tratta da Flower Fairies di Cicely Mary Bakers
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https://m.youtube.com/watch?v=cDQvfjadzYQ
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