9 dicembre 2017

Arborea#03 Mistletoe, il Vischio

Dicembre, periodo di atmosfere natalizie innevate e sogni, momento perfetto per raccontare di bacche bianche che racchiudono la magia della vita e quindi ottima scusa per vedere insieme uno dei simboli più sacri dell'Inverno: il Vischio.













I Celti adoravano profondamente un dio, del quale non è ben chiaro il nome ma di cui si sa per certo che risiedesse in una Quercia. Tale divinità, a detta dei greci che avevano conosciuto la popolazione celtica, sarebbe stato Zeus, la cui rappresentazione principale era appunto una grande Quercia.

Ma perché parlare di querce se il post è dedicato al Vischio?
E beh, semplicemente perché il Vischio cresce solo come ospite sugli alberi, a piccoli cespugli, e perché anticamente era considerato ancor più sacro quando si trovava sulla Quercia, altro albero "nobile" della tradizione celtica.






























Della Quercia parleremo più avanti, poiché si tratterà nuovamente di un appuntamento doppio e molto ricco, mentre oggi ci dedichiamo a questa bella pianta dalle bacche bianche e lucenti sotto la quale è di buon auspicio baciarsi a Natale.
Sì, lo so, ho detto bianche ma a Natale qui da noi spopolano solo rametti di bacche rosse, risponderete voi. Ebbene state sereni poiché quello è l'Agrifoglio, altro simbolo natalizio/invernale che vedremo insieme la prossima settimana :)

Il Mistletoe delle canzoni inglesi è in realtà il Vischio e probabilmente è meno diffuso da noi perché è un antico simbolo della tradizione druidica meno conosciuta.
Per i Druidi però il Vischio era sacro e, sia che si trovasse sulla Quercia o sul Rovere, era considerato preziosissimo poiché estremamente raro.

Esso veniva raccolto con molta attenzione e come racconta Plinio :
"tagliato al sesto giorno della Luna (poiché in tal giorno essa è già abbastanza forte e non è a mezzo)
e colto solo grazie a falcetti d'oro, per essere poi posto su di un panno bianco".














Insomma, la raccolta del Vischio era davvero un "affare sacro", una funzione svolta prima della vigilia della Luna Piena ( a Mezzo ) da un sacerdote vestito di bianco, il quale saliva sull'albero dotato di falcetto dorato come il simpatico Panoramix dei fumetti.
Come, non sapevate che la magica pozione dei Galli era fatta di bacche di Vischio? :)
A parte tutto, qualunque cosa mettesse a ribollire Panoramix nel suo paiolo era sicuramente accompagnata da Vischio poiché esso era realmente ritenuto la cura di tutti i mali, il rimedio contro ogni veleno (e quindi la vittoria assicurata di Asterix contro i Romani ^^).

Il Vischio era ritenuto sacro e potente a tal punto perché cresceva molto in alto, quasi a contatto con il cielo, e quindi anche con gli Dei, e per tale motivo meritava tutta l'accortezza e la devozione del Druido durante il raccolto, al fine di preservare intatte tutte le sue qualità.
Pensate che si evitava persino che toccasse terra per non inquinarsi a contatto con il suolo.
Inoltre, solo ai druidi era permesso coglierlo poiché essi erano considerati profeti, indovini, veggenti e sciamani che, dopo più di 20 anni di studio, avevano appreso la conoscenza profonda della Natura, dell'Uomo e della Magia che li metteva in contatto con gli Dei stessi.
Insomma, il Druido era il tramite tra l'Uomo e gli Dei e perciò solo a lui era permesso toccare qualcosa di così divino come il Vischio.
















Ehi, sapevate che la parola Druido deriva dalle due radici DRU-VID che contengono rispettivamente i significati di Saggezza e Conoscenza rappresentati proprio da Quercia e Vischio?
Magico, eh?
I Druidi, come gli sciamani della Siberia cui si accennava a proposito della Betulla qui, avrebbero appreso i loro poteri dall'Albero Cosmico e perciò, oltre a portare nel nome DRU-(U)-ID il significato di "molto intuito/molto saggio", nasconderebbero dentro di loro anche tutta la saggezza arborea infinita e tanto cara ai Celti.
Magico anche questo, vero? :)

Per tradizione il Vischio guarisce tutto ed è una panacea tramandata fino ai giorni nostri.
Nel 1800 si prendeva in infusione e se oggi una parte della medicina moderna lo usa per combattere gli avvelenamenti e l'Idropisia, in diversi paesi ancora viene considerato come antico rimedio delle nonne per guarire l'Epilessia o il Ballo di San Vito.
Magia e basta? Magia verde?
Fatto sta che le proprietà benefiche del Vischio sono sempre state riconosciute fin dall'antichità.

I rametti di Vischio non venivano tagliati con lame di ferro per non scacciare gli spiriti che vi dormivano dentro e quindi ,sostanzialmente, per non inquinare le proprietà curative della pianta.
Quando comparivano su di un albero voleva dire che gli dei in persona lo avevano scelto, facendo così calare su di lui l'immenso potere divino, e ciò era rappresentato anche dal fatto che, nonostante l'albero sembrasse morto, i rami di Vischio brillavano di un verde lucente, quasi dorato, ed erano pieni di tonde bacche bianche succose, come se tutta la vita dell'albero ospitante si fosse raccolta lì, sospesa fra il cielo e la terra.















Per tutti questi motivi il Vischio è sempre stato simbolo di rigenerazione e perciò viene collegato all'inizio del nuovo anno, nonché alla festa solare di Yule.
Esso rappresenta la vittoria della vita sulla morte, come si narra anche nella discesa di Enea verso gli inferi, e permetteva di comunicare con l'Altromondo. Assicurava immortalità, allontanava i demoni ed era inattaccabile dal fuoco. Ancora, era promessa di guarigione e resurrezione nonché una luce iniziatica grazie alla quale esplorare le profondità della vita invisibile e del Sè.

Ancora oggi, infatti, se si guarda alla pianta con occhio interiore, il Vischio rappresenta tutto ciò e nel calendario celtico esso è associato all'Erica ( bianca, fucsia o verde ) perché portano entrambi i medesimi significati di:
-cura di ogni male
-sviluppo interiore
-collegamento fra mondo terreno e spirituale
-abbondanza e rigenerazione
















L'invito di entrambe le piante è quello di evolversi secondo la natura umana, la quale possiede di base uno spirito "evergreen" capace di crescere sempre.
Il suggerimento è infatti di coltivare bei pensieri dando vita a qualcosa di positivo, poiché le cose sono estremamente collegate, e di curare la propria esistenza ogni giorno poiché spetta a noi essere creatori della bellezza delle nostre vite.

Il suo spingerci a lasciar andare il negativo per far focus sul positivo, godendo di ciò che abbiamo ed arricchendo la nostra anima al meglio, mi sembrava il modo migliore per augurarvi un sereno avvicinamento alle feste.
Perciò, se ve la sentite, provate ad assecondarlo.
Meditate, camminate nel verde ed ascoltatevi, chiedetevi cosa ha bisogno di essere curato dentro di voi e fate sì che le risposte diventino solide fondamenta positive sulle quali costruire il 2018 in arrivo.

Il Vischio accompagnerà la vostra crescita portando fortuna ed abbondanza e le sue bacche bianche, perle ricche d'essenza di vita nel freddo dell'Inverno, illumineranno il buio con promesse di rigenerazione che sbocceranno all'equinozio primaverile d'Imbolc.

Data la sua tossicità se non opportunamente trattato, vi suggerisco di non preparare nessun intruglio casalingo ma piuttosto di conservarne un rametto per decorare casa ricordando questa pianta come la Luce e la Calma del cuore.
















Ad essa viene infatti associata la frase "abbandono il mio giudizio e permetto all'amore di essere la mia guida", la quale racchiude il senso dell'equilibrio emotivo necessario a vedere tutto con distacco e quindi con la giusta chiarezza.
Inoltre, sempre restando in tema d'Amore e data la bellezza che le leggende assumono sotto Natale, ve ne racconto in chiusura una brevissima che riguarda questa bella pianta e l'usanza di baciarsi sotto ad essa.

Si narra che un tempo il dio della Pace venne trafitto da una freccia forgiata da un ramo di Vischio e che la sua morte fu talmente rimpianta dall'Uomo da far sì che il dio tornasse in vita.
Da quel momento, la dea dell'Amore conserva il Vischio al sicuro e chiede a tutti di baciarsi sotto ad un suo ramo per ricordarlo come simbolo di pace e non di odio.

Che dite, dopo aver letto tutto ciò che riguarda il Vischio questa storia non assume anche per voi un senso più profondo?


Bene, anche stavolta ci salutiamo e se vi sentite più fauna che flora provate a cercare informazioni riguardo a Corvo, Ape e Cervo Bianco poichè sono gli animali associati al Vischio e all'Erica e per la loro simbologia rientrano nei concetti appena visti.

Noi ci vediamo sabato prossimo per parlare dell'Agrifoglio ma intanto tenete d'occhio il blog ,che non si sa mai ;)
Un abbraccio e buoni appunti verdi!

-se volete leggere gli altri post di Arborea, li trovate QUI-

Nessun commento:

Posta un commento

Ciao :)
Sembra che blogger abbia risolto il problema relativo ai commenti, perciò lascia pure il tuo se ti fa piacere. A presto e grazie :)