29 ottobre 2016

Palette d'ottobre #06

"Oggi è sabato e piove.

E' una bellissima giornata di riposo, di quelle per cui ,oltre a tutto il resto, ringrazi di avere un divano comodo ed una scorta di tè ,nonché un golfone extrasize da indossare sopra al pigiama appena ti alzi e guardi fuori dalla finestra il verde del prato farsi più brillante e lucente ad ogni goccia.

E' una primavera ( sì,sì, proseguite e poi vi sarà più chiaro ) anomala questa, molto più atlantica di quanto si sia abituati a vedere.
Giornate limpide e soleggiate fanno scordare l'esistenza dell'umidità e tramonti accesi e lunghi invitano a rientrare in casa il più tardi possibile.
A volte le nuvole si fanno di panna montata per oscurare il sole e poi nuovamente sfilacciarsi con il vento, forte e persino freddo.
Il cielo è così blu e terso da permettere di contare tutte le finestre delle case in collina illuminate nella sera finché un temporale non si avvicina con tuoni e lampi.
Una notte di pioggia battente ed infine il sabato mattina più riposante di tutti.

Dopo il tè della colazione sono uscita sul balcone in pigiama per annusare la pioggia e per un po' ho guardato l'erba alta del prato ondeggiare nel vento , poi mi sono stretta nel golfone pensando alla brughiera ed ho chiuso gli occhi immaginando di avere l'oceano a pochi passi .
Sono rimasta lì a gustarmi la scena per un po' mentre un suono di flauto poco distante ha colto l'orecchio.
Era una melodia leggera e gioiosa, quasi da festa medievale, e calzava così bene con la mia immagine mentale che mi ci sono attardata fino all'ultima nota.
Infine sono rientrata in cucina.

C'era molta quiete, quella perfetta per scrivere qualche pagina di journal e rimettere in ordine le idee..."

Questo scrivevo un sabato di primavera nei miei appunti e lo stesso scriverei ora ,anche se siamo in autunno ed il suono del flauto non si sente più perché le finestre sono chiuse .


Ultimamente, unitamente al fatto di non avere molto tempo libero per fare grandi cose, mi piace fermarmi a riflettere su quelle piccole e quotidiane, forse per ritrovare un po' il collegamento con la vita e la sua essenza.
Difatti, svolgendo un lavoro che costringe molte ore davanti ad un monitor (poiché dopo la parte manuale del disegno a matita tradizionale ormai sto colorando tutto in digitale) sento sempre più la necessità di "tornare con i piedi per terra" e non solo nel senso classico del termine.
Infatti, per ritrovare il senso di me stessa ,della mia utilità nel vivere quotidiano e dell'attaccamento alla Terra ,racchiuso sostanzialmente nel Primo Chakra, ho bisogno di sistemare la casa ,mettere le mani nella terra pulendo i vasi del balcone curandone le piante ed anche di uscire un po' nella natura, soprattutto quando piove.


Così giorni fa, complice un'ora libera per via delle consegne, ho approfittato della pioggia pomeridiana e sono uscita a piedi con la Reflex per salvare alcuni scatti autunnali ed inaugurare un nuovo paio di stivaletti in tinta con la stagione.














Avete mai pensato a quanto si somiglino i passaggi intermedi fra l'inverno e l'estate durante un giorno di pioggia ?
Se ci si riflette su è curioso e perché a parte la differenza di temperatura ,che ora è un pochino più fredda, quando piove in Ottobre sembra quasi di essere a Maggio.
Certamente gli alberi sono più ricchi di toni d'arancio ma il verde è pressoché lo stesso, scintillante sotto ad ogni goccia.
O perlomeno ,qui dove vivo io è così e ancora gli alberi sono molto verdi.












So che a molti la pioggia mette tristezza e in parte posso comprenderne il perché ( poiché siamo stati inconsapevolmente educati a collegare un cielo scuro a qualcosa di cupo e funesto o perché il fatto che piova ci fa raccogliere portandoci quindi a riflettere anche se quella è l'ultima cosa che desidereremmo fare ) ma ,personalmente, io l'adoro.
Ne amo la quiete ,il suono e l'odore e mi piace il senso di raccoglimento che porta perché non lo vivo negativamente ma piuttosto come un momento di tranquillità lontano dalla frenesia quotidiana e quindi come qualcosa di riposante.

Aprire per un momento la finestra ed ascoltarne il ticchettio mi ricorda quanto la Terra sia viva e quanto le sia utile il ciclo dell'acqua. Sentirne l'umido sulla pelle e sui capelli ,poi, mi fa rendere conto di quanto il mio stesso corpo sia vivo ed avverta il peso e la sostanza di ogni goccia.
Ancora, quando piove,  a volte contrasto lo stare in casa dato dal meteo uscendo invece per un po' e permettendo alla pioggia di regalarmi la tranquillità della neve poiché è la cosa che più le si avvicina.
Inoltre, dati questi inverni sempre più caldi, vedere la neve è diventato rarissimo ed io vorrei evitare di vivere nell'attesa di una rarità.
Preferisco infatti accogliere il presente.

Devo ammetterlo ,pur abitando alle porte di Torino, ho la fortuna di vivere in un paese con molto verde e soprattutto con il Po a due passi e quindi di potermi allontanare in breve tempo dalla strada trafficata e dal caos. Certamente non è come passeggiare in un bosco ma la collina, poco lontana, regala comunque tanto verde e tranquillità ed io ne approfitto per staccarmi dal computer in tutti i sensi.









Quando cammino, ancor più quando piove, cerco di concentrarmi sulle sensazioni fisiche come i cambiamenti del respiro o l'umidità che penetra i capelli e la pelle. Se non fa troppo freddo lascio a casa il cappellino e faccio una treccia, così da lasciare la testa libera di percepire la temperatura approfittando proprio del fatto che è l'unica parte scoperta insieme al viso.

La pioggia ,con le sue micro gocce umide, s'insinua ovunque e presto arrivano quei brividi che nemmeno un piumino può evitare. Penso sia il sangue che avverte la presenza dell'acqua intorno a noi ed è lo stesso che circola piano nelle mie mani mentre mi soffermo ad ascoltare la pioggia sotto ad un platano enorme.

Piove.
Finemente ma forte.












Proseguo lungo la passeggiata alberata deserta e sento l'orologio della torre battere 5 colpi.
E' l'ora del tea ma penso proprio che oggi tarderò perché il fiume è alto ed io ho la rara possibilità di essere qui a godermi tutto questo, sulla porta di casa ed in mezzo alla settimana.

Per un momento mi allontano da tutto, isolo un angolo di paesaggio e penso alla magia Avalon, di quando la barca lascia il limitare del bosco per condurre Artù all'isola.













Seppure la vicenda sia triste, nella mia mente è invece un'immagine piena di amore perché finalmente le sacerdotesse si cureranno di lui sconfiggendo per sempre la morte .
E qui ritorna in me un pensiero più pragmatico e reale:
quanto l'impatto delle emozioni su di noi potrebbe cambiare se ci soffermassimo a considerare il complesso e non il singolo istante su quale ci siamo fissati.

Un po' come nel giorno di pioggia in cui ,invece di guardare il cielo grigio, scegliamo di concentrarci sul senso della pioggia e sulla sua utilità ammettendo che è un bene per la Terra e che deve esserci ,esattamente come il sole.

















Che ne pensate di questa riflessione?
Spero che possa tornarvi utile per analizzare situazioni e contesti che state vivendo e che al momento vi paiono negativi.

Un abbraccio,
Simona

Nota: nel post ho accennato al Primo Chakra, brevemente e senza perdermi nei suoi molti dettagli per non annoiare nessuno, ma penso di voler spendere su ciò ancora un paio di parole perché la sua connessione con il post ha un valido senso e potrebbe aiutare a riflettere meglio.

Ho nominato qui il Primo Chakra perché è quello della Radice, legato alla Terra e fondamento del collegamento dell'individuo con se stesso. Personalmente penso che per molti creativi lo sviluppo sano di tale chakra sia fondamentale perché può bilanciare efficacemente i voli di fantasia ,che possediamo e che alimentiamo con il lavoro (creativo appunto), permettendo di vivere la quotidianità con più equilibrio.
In parole molto semplici, immaginando, sognando e "producendo di testa" per quasi il 90% delle nostre giornate se non di più, svolgere attività come il rimettersi a giocare con la terra o camminare e correre sotto la pioggia diventa quasi fondamentale per restare ancorati al suolo quel tanto che basta per vivere in serenità.
E lo stesso ,secondo me, vale per le persone che rimuginano e pensano molto poiché così facendo tendono a disconnettersi troppo dalla realtà e a perdersi nei molteplici scenari che la mente offre, positivi o negativi.

Insomma, provate a pensare al Primo Chakra come ad una radice che si estende dai vostri piedi al terreno.
Essa è ottima perché dona stabilità e sicurezza nei giorni di vento ma è utilissima anche quando sognate o lavorate di fantasia staccandovi dal suolo poiché se non ci fosse lei volereste via ,persi nell'immaginazione o nei meandri della mente.
Ecco che forse così diventa più chiara la necessità di coltivare questa radice mantenendola elastica, per raggiungere un buon equilibrio fra sogni e realtà, fra lavoro e riposo.

Inoltre, un corretto sviluppo del Primo Chakra, aiuta anche ad avere più fiducia in sé e a porre le basi per una vita salda grazie alla consapevolezza del proprio valore interiore.

Perciò ripensateci quando il lavoro raggiungerà ritmi folli ,o anche solamente quando avrete del tempo libero, e provate a fare qualcosa di materiale e concreto, specialmente all'aperto, perché spetta solo a voi la cura del vostro Albero interiore.


A presto e sereno Samhain ,che è il capodanno celtico, o festa di Halloween a seconda di come lo intendete e festeggiate. In ogni caso sappiate che gli auguri vengono anche da Gwenn che per l'occasione ha posato in veste di fatasmino bianco accanto alla zucca :)








6 commenti:

  1. Cara Simona, innanzitutto grazie per la spiegazione del Chakra, li ho sempre sentiti nominare ma non li conosco, e questo che hai descritto mi piace, è effettivamente necessario.
    Io adoro l'autunno è il mio nuovo inizio, sarà perché sono nata in ottobre, sarà perché a settembre ricomincia la scuola che a me piaceva molto, sarà per qualche altro oscuro motivo, in autunno sono piena di buoni propositi. A capodanno non sono altrettanto produttiva in questo senso ;)
    La pioggia in autunno mi piace molto (per niente quella anomala che ha caratterizzato la finta estate appena trascorsa), mi rilassa e mi riconduce a me: hai ragione, stiamo con noi stessi e non sempre questo è piacevole!
    Da quando sto curando un orticello, poi, mi rendo conto di quanto pioggia, sole e stagioni siano importanti: ora la terra è ferma, ma non del tutto, cova e aspetta il momento buono.
    Buon Samhain anche a te :)

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    1. Ciao Elle :) ,figurati, di nulla. Piuttosto grazie a te per il commento che tiene vivo il blog .
      Se ti interessa una breve spiegazione riguardo ai chakra ,puoi cercare un altro post qui che si chiama "il su e giù dell'energia". Avendo tempo, più avanti, mi piacerebbe scrivere altro in merito, sempre in forma molto semplice ,poiché è un argomento interessante e può far riflettere sul come migliorarsi la vita.
      Anche io a amo l'autunno ^^
      Tanti auguri per il tuo compleanno e in bocca al lupo per il tuo orto !
      Felice Samhain a te <3

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    2. Grazie/crepi. Interessante anche l'altro post, ora leggo l'estratto del libro che citi, vediamo vediamo...

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  2. Ho sempre sentito che il mio primo Chakra è debole... Colgo con piacere il tuo suggerimento su come svilupparlo. Inoltre mio marito mi ha regalato il libro sui Chakra che hai suggerito tu e quindi ne saprò di più! Dani

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    1. Vedrai che sarà una lettura molto interessante e costruttiva :)
      Ma prendila con calma ;) <3

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Ciao :)
Sembra che blogger abbia risolto il problema relativo ai commenti, perciò lascia pure il tuo se ti fa piacere. A presto e grazie :)