23 aprile 2018

Paris 2018

Qualcuno se n'è accorto, qualcuno no.
Qualcuno mi ha anche mandato un messaggio gentile e premuroso per chiedere dove fossi finita ed io lo ringrazio moltissimo per il bel pensiero.
Infine, chi mi segue su Instagram già lo sa, che sono stata un po' in giro :)

Volevo staccare senza pormi dei limiti, volevo del tempo solo per me, volevo seguire la pancia ed ascoltare quella voce interiore che ancora una volta vuole riportarmi al mio ikigai o alla mia anima selvaggia e così ho fatto.
Ho consegnato un lavoro e senza attendere i ma, i se, i questo o quello, ho deciso di andare via, che tanto il mondo avrebbe vissuto benissimo anche senza di me per un po' perché niente era più importante per il mio spirito se non partire, muovermi, respirare altra aria, ascoltare e parlare una lingua diversa.

Così ho fatto un bel respiro e mi son chiesta solo due cose:
quale lingua avrei preferito parlare e di cosa avrei desiderato maggiormente riempirmi gli occhi ed il cuore, senza ascoltare niente e nessuno e soprattutto senza farmi fermare dalle notizie del TG.

La risposta è venuta come niente.
Volevo il francese nelle orecchie, avevo una voglia tremenda di vedere qualche mostra e di rivedere le opere degli Impressionisti e quindi Parigi è stata la risposta successiva.




















Nell'aprire Booking ricordo di aver chiesto all'Universo un segno riguardo alla mia scelta, per avere una conferma in più, oltre a quella datami dalla mia pancia, che fosse giusta e trovando un hotel super comodo, confortevole e pulito con uno sconto decisamente interessante ho sorriso mentre cliccavo sulla prenotazione.
Con i soldi dello sconto ho fatto i biglietti del TGV ed infine, dando uno sguardo al meteo, dato che nei giorni precedenti le temperature erano state particolarmente basse, ho visto la settimana farsi luminosa, soleggiata e calda da lunedì in avanti, per tutto il tempo del mio soggiorno.
Così ho sorriso a me stessa per la terza volta ed ho messo qualcosa in valigia, vedendomi mentalmente già a zonzo con il naso all'insù.

In due giorni avevo messo in moto e dato vita ad un desiderio e l'Universo era con me :)
Avrei fatto caso a tutti i suoi segni, un po' come Santiago nel romanzo di Coelho, ed il primo mi ha trovata lungo la strada, mentre cercavo la via dell'hotel.
Non ho potuto fare a meno di fermarmi e scattare una foto chiedendomi "oh! chissà quale sarà? ".
In realtà credo di averne collezionate diverse ma ce n'è stata una particolarissima che ho vissuto proprio l'ultima sera e che, un pochino come accaduto a Santiago, mi ha riportata all'inizio del mio viaggio ma ovviamente più ricca.
Seriamente, c'è da conversare di più con l'Universo e c'è da mettersi in ascolto, con le orecchie, con gli occhi, con l'anima e con il cuore, perché le risposte arrivano. Giungono in maniera inaspettata, a volte bizzarra, e c'è sempre da fare un quadro completo, una sorta di schema, per raccoglierle tutte e coglierne il senso ma alla fine la ricchezza che si raccoglie è stupefacente.
Io adesso son qua a scrivere per gli amici curiosi ma anche per fare mentalmente un mio riassunto personale ed appuntare da parte su un quaderno i "momenti ed i segni", così da rivedere nei prossimi giorni la bellezza che ne verrà fuori.
Perché di ciò si tratta, ovviamente. 
Della bellezza di Vivere, di Ascoltare, di Sentire.

Ammetto di aver visto qualche nuvola lunedì all'arrivo ma niente di realmente preoccupante.

Ero lì, il mio cervello parlava già francese anche se, come sempre, avevo bisogno di esercitare la pronuncia, tutto andava bene.
Tutto-Andava-Bene.
Andava così bene che ho fatto merenda con una crepe sotto a Notre Dame, mentre cercavo di ricordare in quale locale Jodorowsky leggesse i tarocchi e dicendomi poi che no, che me li sarei letti da sola come sempre e che avrei lasciato a Parigi il compito di portarmi eventi e persone senza mettere becco nelle sue decisioni.

La Sainte Chapelle era lì vicina e vedendo già un po' di coda ho pensato di vistarla prima di fare un giro fino a Saint-Germaine-des-Prés ed il suo piccolo giardinetto.















































































Così, tanto per raccontare quanto la città sia piena di controlli, vi dirò che in questi giorni ho fatto più radiografie che in tutta la mia vita e che più che entrare in chiese e musei mi sono sentita spesso all'aeroporto insieme ad una quantità infinita di gente. 
Gente, gente, gente. 
Tanta di quella gente, di giorno e di sera, e tanto di quel caldo da sembrarmi Luglio piuttosto che Aprile.
Eh sì, perché via via ho potuto sperimentare i 33/35 gradi cittadini che, ancora una volta, hanno richiesto un giro in cerca di magliette a manica corta ed il doppio risvoltino di jeans per avere un minimo di respiro.
Parigi cara, la prossima volta, anche se il meteo prevede neve, mi vedrai arrivare con i sandali nella valigia e con la mia bellissima gonna lunga di cotone da danzatrice del ventre. 
Altroché! Non mi freghi più :D  

Però ti perdono, perché i tramonti e le serate sono stati semplicemente meravigliosi, così belli da sembrare estivi e così magici da farmi guardare il cielo in cerca di stelle e della luna crescente.

























Che bellezza anche fare colazione seduta nel fresco di un giardino, con un bicchiere di latte e pane nocciole ed uvette mentre mille aerei sfrecciavano qui e là portandomi l'idea di mille pensieri lontani rivolti a me dagli amici :)
E' stato bellissimo.
























Ogni volta che alzavo il naso verso il cielo ne vedevo passare almeno uno e spesso ho visto formarsi nel blu la runa Gebo/Gifu, quella del Dono e che ha accompagnato questo mio viaggio proprio dandomi l'idea del Regalo del Tempo che ho fatto a me stessa e alla mia vita a dispetto di tutto.
Io che, detto senza vanto, dono per natura e con amore sempre tanto del mio tempo e della mia energia agli altri perché credo nella bellezza della condivisione e del supporto reciproco, anche quando mi ritrovo a pagare per questo poiché non tutti sanno prendere e dare equilibratamente, stavolta avevo deciso di donare quel tempo a me, perché ne sentivo il bisogno interiore molto forte e venivo ripagata dall'Universo con ore e giorni splendidi, ricchi di tutto e niente al tempo stesso.






















Ho fatto passeggiate qui e là senza mai prendere la Metro, proprio per gustarmi il cielo e i dettagli di questa città che vagamente ricorda alcune vie storiche del centro di Torino o il suo Lungo Po.
Per sfuggire al caldo, in certi momenti così intenso da farmi quasi svenire, mi sono rifugiata nelle chiese scoprendone alcune che ancora non conoscevo, come quella di Saint-Eustache, e ritrovandomi a pensare alle letture dei libri di L. Charpentier in cui l'autore descrive le cattedrali come strumenti musicali, come casse di risonanza progettate ad arte per fare in modo che l'energia dell'uomo entri nuovamente in sintonia con quella della Terra creando una vibrazione sincronica che, amplificata dall'edificio e dalla moltitudine delle persone in esso presenti, si espande verso il cielo tornando a sua volta alla Terra, positivamente e come fonte di cura per il pianeta e per l'uomo.

Ah, ovviamente non mi sono fatta mancare i gironzoli al mercato dei fiori o per le viette che salgono a Montmartre :)

































E proprio nella zona di Montmartre sono andata a vedere un angolo che aveva attratto la mia curiosità sulla piantina e che sembrava destinato a mostrarsi a me poiché suggeritomi anche da un caro amico amante di Parigi.
Si tratta del Mur des je T'Aime, un'opera che raccoglie i Ti Amo in tante lingue e dialetti provenienti da tutto il mondo e che con la fama di Parigi si sposa benissimo.
E' un altro di quei tutto e niente che ho raccolto in questo viaggio e che, a suo modo, ha parlato ad una parte di me che ultimamente chiede di essere ascoltata.




























Come dicevo ho fatto anche scorta d'arte e sono tornata a vedere il Museo D'Orsay, che stavolta ospitava una meravigliosa mostra sul simbolismo nei paesi baltici dalla fine del 1800 al 1930.
Personalmente non conoscevo nulla di quel periodo in quella zona e sono rimasta piacevolmente sorpresa. 
Anzi, devo ammettere che questa mostra mi è piaciuta immensamente poiché l'ho sentita estremamente vicina alla mia "anima cromatica" ed al mio modo di intendere e rappresentare le forme e le atmosfere.
A volte ho trovato le opere illustrative e molto moderne, piene di forza e delicatezza al contempo e di magia e spirito visionario capaci di parlare a ciò che ho dentro.
Un'emozione che non provavo da tempo.
Grazie Museo d'Orsay, sei sempre un gioiellino ma stavolta ti sei superato e credo anche che tu mi abbia parlato quando, dopo ore ed ore di giri, mi sono seduta a riprendere fiato inconsapevolmente davanti ad un quadro di Edgard Maxence che sapeva di Casa :)

Che magia sa essere la vita se ci si prende il tempo di guardarla ^^ 
































Un giorno l'ho dedicato anche al Louvre, o meglio ad un altro piano del Louvre poiché è praticamente impossibile vedere questo museo tutto in una volta.
Anni fa avevo visto la sezione della pittura, dividendomi fra il Primo e Secondo piano ma visitandone praticamente solo alcune parti di entrambi, mentre stavolta ho deciso di concentrarmi su un solo piano e sfruttarlo al meglio.

Anche così, però, dovrò tornare (eh, che doveri ^^) poiché ho saltato la sezione africana e le sale della scultura francese e mi sa che con la scusa recupererò anche parti non viste al primo giro.

So che sembra incredibile ma credetemi, dopo 6/7 ore di visita si inizia a percepire stanchezza, mentale e fisica, e si finisce per non apprezzare più quel che si vede. Perciò scegliete bene prima "cosa e dove" e, consiglio personale, fotografate le mappe che vedete fra le varie sale e fra le ali poiché la pianta classica (quella in foto) non è proprio dettagliatissima.
A volte si rischia di salire o scendere quando non è necessario e si può perdere di vista il percorso, girando così inutilmente e stancandosi nel non capire il giro.

A me è andata bene ed ho potuto godermi tante sale davvero preziose e che tenevo molto a vedere scoprendo anche bellezze inaspettate.
Se al giro precedente mi batteva il cuore nel vedere dal vivo i dipinti e le sculture che avevo studiato solo sui libri di storia dell'arte, stavolta ho sentito l'anima aprirsi nel visitare le sale dedicate all'Egitto, all'Oriente e alla Mesopotamia.
Non so come dire, è come se dentro di me stavolta ci fosse qualcosa in più, una parte capace di comunicare ad un altro livello con ciò che vedevo esposto e che, in qualche modo, fosse in grado di collegarsi all'antico che amo.
A volte mi è parso anche di rivedere qualcosa di vagamente celtico la cui essenza mi attraeva da matti :)

Se lo shop li avesse venduti, credo mi sarei comprata uno di quei piccoli cervi oppure una piastrella acquamarina o una piccola anfora.
Hei Louvre, se mi leggi vedi di darti da fare che tanto io torno ancora a trovarti :D






































Nei miei giri non sono mancati i libri, che ho sfogliato di proposito o che, in un certo senso, hanno incrociato il mio cammino per farsi notare come questo qui sotto o come quello dei simboli.
Io ed i libri abbiamo da un po' deciso di fare quel gioco per cui io faccio loro una domanda e poi li apro per leggere cosa mi dicono e a Parigi è successo mille volte.
Sto ancora raccogliendo tutte le risposte ma questa delle Acque è quella che mi ha colpita di più.
Era un tomo bello ciccio e siccome avevo già altro peso non l'ho comprato, però so già che lo cercherò su Amazon ^^


























E insomma, è stato un giro bellissimo questo ed io ne ho apprezzato ogni istante nonostante la stanchezza e la spossatezza date dal caldo.

La piazza di fronte a Notre Dame mi ha regalato bei momenti di riposo e meraviglia grazie ai giochi di fuoco di Alex, un artista di strada molto simpatico oltre che bravo, e grazie ad un incontro un po' particolare avvenuto proprio l'ultima sera, venerdì, quando mi ha fermata una persona per chiacchierare un po'.
Quando sono in giro con il naso per aria mi succede diverse volte che qualcuno si fermi e voglia parlare con me, ormai l'ho notato anche non so bene a cosa sia dovuto, ma so che accade così.
Qualcuno si ferma e inizia a chiacchierare e non sono mai chiacchiere al vento.
Capita che la persona mi parli di sè o di qualcosa di profondo e finisce sempre che ci si ritrovi a raccontarsi le emozioni date dalla natura, dalla musica o da qualcosa di simile.

Stavolta è stato ancor più bizzarro poiché con questa persona so che avrei potuto parlare per ore ed ore per via dei particolari interessi comuni e nonostante non la conoscessi non percepivo timore o ansia di alcun tipo.
Ciò che mi ha detto lo ricordo in ogni parola e non penso sia un caso, anche perchè, come dicevo all'inizio, mi ha riportata al Cammino esatto che avevo (momentaneamente) lasciato partendo da casa (anche se in realtà quel Cammino non si lascia mai).

E' bizzarro, poiché nulla sembrava casuale, e finirà nel mio quaderno fra gli altri tasselli che compongono la mia Via e dei quali non vedo l'ora di scoprire il senso nel quadro più grande.




Ancora grazie a tutti coloro che hanno avuto un pensiero per me, a chi mi è stato vicino e mi ha suggerito cosa vedere. La vostra energia positiva si è unita alla mia e mi ha donato davvero delle giornate meravigliose e nuovi spunti riflessivi.
Spero che questo breve giro vi abbia trasmesso almeno la voglia di prendervi del tempo per voi e di mettere fuori il naso, in ogni senso.

Abbraccio grande e, come dice il gattino bianco qui sotto, 
Felice Giornata!
Che questo giorno sia allegro e gioioso.

Un bel giorno, possibilmente per ogni giorno e nonostante tutto :)

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