Nella lingua gaelica irlandese Samhain indica il mese di Novembre mentre in gaelico scozzese è Samhuin, la Festa di Ognissanti, così come anche il Giorno di Calan Gaeaf ,e si pronuncia in due diverse maniere a seconda del luogo, "souin" nel primo e "sov'en" nel secondo.
Samhain è però soprattutto la festa celtica per eccellenza, poiché segna il confine tra il vecchio ed il nuovo anno, e perciò qui le dedicherò molto spazio.
Ad ogni modo state sereni poiché tratterò passato e presente intrecciando tutti i temi che la compongono, o quasi.
Ancora una volta, buona lettura!
Se l'inverno astronomico arriverà solo con il Solstizio del 21 Dicembre, quello "spirituale" giunge invece prima, come da buona tradizione celtica, e lo fa con Samhain, esattamente nella notte tanto amata da grandi e bambini ed utilizzata per sfoggiare costumi e reclamare dolcetti.
Nella tradizione celtica la parola Samhain significa "fine dell'estate" e determina appunto il definitivo arrivo di Giamos, ovvero della parte oscura dell'anno, e per tale motivo era considerata tanto cara, poiché l'inverno ed il buio, per quanto spaventosi e freddi, incarnavano l'inizio, il grembo della Dea.
Per i Celti, infatti, l'anno era composto da sole due stagioni, Inverno ed Estate, rispettivamente Geimredh e Samradh che iniziavano a Samhain e a Beltane, ed essi tenevano conto di solstizi ed equinozi solo come momenti intermedi e minori.
Inoltre, consideravano l'inizio di tutto "in anticipo" e perciò ogni giorno nasceva con le ore notturne e l'anno nuovo con la sua parte invernale.
Samhain è infatti il Capodanno Celtico e si festeggia dalla notte del 31 Ottobre fino alla giornata successiva, proprio come accade nei paesi anglosassoni in cui ,nella stessa notte, si celebra Halloween ( All Hallow's Eve ) e cioè la Vigilia di Ognissanti.
Per rendere le cose più scorrevoli e chiare, invece di vedere Samhain solo nel suo più puro aspetto celtico, è meglio tenere a mente ciò che è sopravvissuto nelle tradizioni e che ancora oggi fa risuonare l'eco di una festa grandiosa, che nulla ha a che fare con il demonio anche se viene detta Festa dell'Oscurità. A fine Ottobre infatti, sostanzialmente si festeggia la vittoria delle tenebre sulla luce ma lo si dovrebbe fare con un'accezione prettamente naturale:
l'estate è finita, il sole cala e la terra inizia il suo ciclo di riposo per affrontare meglio il freddo e resistergli, un po' come fanno gli animali quando vanno in letargo.
Forse gli aspetti più conosciuti di questa festa sono tre ed è bene iniziare da loro per capirne meglio il significato. Vediamo quindi in ordine la Festa dei Morti, i Banchetti Solenni ed i Sacrifici.
Nella tradizione pagana la morte si festeggiava come un aspetto della vita, l'altro lato della medaglia, ed era considerata soltanto come un nuovo inizio, una fine che darà origine ad una rinascita.
In questo senso i Celti festeggiavano senza tristezza e si dedicavano ai balli ed ai canti, per propiziarsi chi aveva già passato la soglia affinché non tornasse infastidito, e per riaffermare il valore stesso della vita, preziosa finchè c'era e pronta ad affrontare anche la stagione invernale.
Certamente la festa possedeva un suo aspetto magico molto forte, poiché nella notte "sospesa" tra il 31 e l'1, tra un anno e l'altro e sopratutto fra le due stagioni, secondo la tradizione si aprivano le porte del Sidhe ( l'aldilà celtico ) e sia umani che esseri fatati avevano libero il passaggio fra i mondi, quello visibile e terreno e quello invisibile e spirituale.
I morti ed i vivi potevano visitare i mondi a piacimento perché il velo del tempo diventava inesistente, non c'erano più confini e le opportunità di scambio si mescolavano ai pericoli dati dalle stesse.
Per i Celti, come anche per i Maya o gli Egizi, l'anno possedeva dei "giorni senza tempo e senza spazio", considerati sacri e magici come l'alba o il crepuscolo, che non sono né giorno né notte, o come la spiaggia, che non è né acqua né terra.
E così era la notte di Samahain quando il tempo diventava magico e critico allo stesso momento e proprio per questo bisognava celebrare, per accogliere le opportunità, per affrontare la paura e per proteggersi dagli eventuali pericoli dati dai contatti con gli spiriti.
Di tutto ciò, oggi, nei paesi cristiani è rimasta la tradizione di onorare i Santi ed i Morti lasciando sulla tavola del cibo e delle bevande destinati a loro (da non mangiare assolutamente per non fare un dispetto ) e che prendono nomi diversi a seconda dei luoghi.
In Galles, ad esempio, è "il cibo per l'ambasciata dei morti" mentre in Bretagna è "il cibo per la festa dei morti" ma il concetto mi pare chiaro e rispecchia l'origine pagana del gesto che vedremo ancora più avanti.
Ad ogni modo, anche se la componente magica era forte, i Banchetti Solenni di Samhain avevano anche una motivazione pratica, che si ritrova ancora oggi in Scozia con il nome di Nos-Galan-Geaf ossia la Notte delle Calende d'Inverno.
In questa notte si usava radunare tutto il bestiame dei vari pascoli al caldo delle stalle invernali e ,una volta calcolata la disponibilità di foraggio per l'inverno, si macellavano i capi in eccesso e che, non potendo essere conservati, venivano cucinati ed offerti a tutti.
Per quasi una settimana intera c'era quindi carne disponibile per tutti, anche per i più poveri, e dato che i prodotti della terra dovevano essere raccolti entro il 31 Ottobre, poiché poi sarebbero andati ai folletti o spiriti maligni detti Pùca, c'era cibo in quantità e diventava quasi obbligatorio consumarlo e perciò festeggiare.
La questione Sacrifici è in parte legata ai banchetti, poiché il sangue delle bestie uccise veniva offerto alla Terra e ai Fomori (dispensatori sia di fertilità che di rovina) come ringraziamento e si è tramandata nel tempo, pur subendo qualche modifica.
Infatti, alla Vigilia di San Martino, vicino alla ex data di Samhain secondo il calendario giuliano, nel 1800 si usava versare sangue di animai domestici come galli o maiali, consumati poi come cibo rituale ed anche offerti "al Signore" come garanzia di fertilità.
In base ai ritrovamenti archeologici risulta che nel periodo primitivo ci fossero anche sacrifici rituali umani, atti sempre al medesimo scopo di ringraziare, e che le persone prescelte fossero in qualche modo consapevoli e fiere della propria sorte.
Il tema della morte, quindi, trova largo spazio nelle celebrazioni di Samhain e risuona fortemente anche nei festeggiamenti che ricordano la Caccia di Cernunnos, il quale sul finire dell'anno si prepara a tornare all'Altromondo e lo fa cacciando nei cieli ( = recuperando a sé ) le anime di coloro che sono morti nell'anno appena trascorso e che ormai sono divenute spiriti animali.
La Caccia di Cernunnos, che ora prende il posto di Maponos accanto alla Dea, non fa altro che riproporre la rituale caccia al cinghiale cosmico (già vista qui) ed esprime il profondo significato del ritorno dei morti alla terra stessa, terra che seppure dura e fredda li conserverà dentro di sé per farli rinascere sotto nuove spoglie a Primavera.
In questo momento ,quindi, le parole chiave sono pazienza e fiducia nella crescita lenta e senza fretta nel grembo scuro di Giamos, poiché tutto rinascerà a nuova forma dopo l'apparente morte invernale.
Ora che abbiamo visto i tre aspetti fondamentali della festa possiamo passare a quelli forse più "di moda" ma che trovano comunque le loro origini nel passato. Si tratta di Travestimenti, Luci nelle Zucche ed il binomio Dolcetto-Scherzetto.
A Samhain l'anno cambia, la continuità del tempo si spezza e questo si sospende in un momento magico che può rendere possibile l'impossibile.
Spiriti e uomini possono vagare a loro piacimento e per quanto ciò sia bello, perché ci fa sentire più vicini ai nostri cari che non ci sono più fisicamente, porta anche una sorta di leggera paura fra i vivi.
Dagli uomini dell'antichità questo discorso era molto sentito, perché la vita era più semplice e perché il collegamento con la natura era più forte, e così, per esorcizzare i timori essi infrangevano le regole di comportamento e vivevano la festa con lo spirito della dissoluzione, travestendosi in ciò che non erano, o non era concesso, e giocando scherzi ad altri un po' come si fa ancora oggi ad Halloween.
Badate bene però che ciò non significava ,e non dovrebbe farlo nemmeno ora, fare deliberatamente del male a qualcuno ma si traduceva piuttosto in cose semplici come vestirsi da donna per un uomo o rovinare il campo di qualche persona scortese.
Questo era il tempo in cui i giovani potevano essere irriverenti nei confronti degli anziani ,o avevano la libertà di vestirsi da spiriti per spaventare la gente girando di notte nelle campagne buie, ma ciò non significa che Samhain fosse la notte in cui poter liberamente uccidere qualcuno e farla franca.
Certamente l'abbandono dei codici sociali dovrebbe essere accompagnato dal famoso sale in zucca e nel rispetto della vita ma bisogna ricordare che molto di ciò dipende anche dagli ambiti tradizionali.
Infatti, presso gli sciamani siberiani si trascendono ancora oggi i limiti esistenziali della sfera sessuale, per fare esperienza della natura umana nella sua totalità e per avvicinarsi il più possibile al mondo spirituale, ma questo non deve passare come pratica comune di Samhain.
Insomma, un conto è essere uno sciamano che vive in Siberia ed un altro è coltivare l'amore per le tradizioni nella società attuale. Come dicevo prima ,sale in zucca :)
L'esempio della dissolutezza sciamanica mi porta a divagare un attimo e a dirvi due parole su un'altra pratica legata a questa festa, ovvero la Divinazione, il contatto con l'altromondo che permette di guardare avanti, oltre, al di là, tramite la lettura di carte, rune o oracoli.
A questo proposito bisogna ricordare che i Celti, come altri popoli antichi, si preparavano ad affrontare l'inverno ,che sarebbe stato duro senza corrente elettrica, acqua calda, riscaldamento ed ospedali, e quindi divinavano per trovare una sorta di sicurezza nel futuro.
Molto spesso si divinava per capire se si sarebbe trovato marito ma si trattava anche una sorta di passatempo per esorcizzare ancora una volta la paura di questa notte così magica.
Le Luci nelle Zucche e i Falò si ritrovano ancora oggi in Gran Bretagna nel Guy Fawkes Day o nell'usanza di lasciare accesi dei lumi fuori dalle porte per segnalare la strada di casa agli antenati defunti e chissà, forse le zucche intagliate ricordano i crani collezionati dai Celti o forse si usano perché sono verdure di stagione che permettono un certo divertimento decorativo.
Quel che è sicuro però è che ancora oggi le famose Jack-o-Lantern sono una tradizione viva e molto diffusa.
Ad ogni modo, per quanto non sia chiarissimo il significato della zucca, lo è invece quello del fuoco dei falò, simbolo della luce e del nuovo anno.
Nell'Irlanda precristiana ,infatti, alla vigilia di Samhain tutti i focolai domestici dovevano essere spenti e pronti ad ricevere il Nuovo Fuoco che veniva acceso a Tlachtga, luogo simbolo dell'inconscio, dell'intuizione e regno esclusivo della Dea non accompagnata dal Dio.
Da qui il fuoco, acceso dalle donne e dono della Dea alla tribù, veniva portato in tutte le case tramite tizzoni ardenti e brucianti oggetti lasciati in offerta.
Il fuoco di Tlachtga accendeva per primo quello di Tara, residenza dell'Alto Re e centro a struttura quadra simbolo dello stabile rapporto fra divinità tribù. Poi giungeva in tutte le case, dove la gente lo accoglieva ritirandosi a riflettere sui nuovi progetti e sulle speranze future.
Infine, esso serviva anche come simbolo di protezione dal buio e dall'oscurità invernale e fungeva da accoglienza verso gli antenati affinché questi si sentissero ben accolti e rispettati.
Questo discorso ci porta un po' all'ultimo elemento della festa, il Dolcetto-Scherzetto, che implica il tema della condivisione.
Secondo gli usi, nella notte di Samhain, si lasciava del cibo per i morti che ,come già visto, non andava mangiato per non attrarre maledizioni.
Però ,come spesso accade nella tradizione celtica, gli opposti convivono per questioni di equilibrio e così, oltre agli spiriti, quella notte vagavano anche i vivi, detti Messaggeri dei Morti, che cantando filastrocche bussavano di porta in porta chiedendo le Torte dell'Anima.
Queste, preparate per l'occasione, venivano mangiate dai messaggeri (detti Cehadon) che solitamente erano le persone più povere della tribù e che oggi possiamo idealmente rivedere nei bambini che suonano alle porte nella notte di Halloween.
Certamente ora si confondono un po' gli aspetti tradizionali però come vedete è ancora vivo il concetto della condivisione tanto cara alla tradizione precristiana.
Abbiamo fin qui visto tutti gli aspetti di Samhain più comuni e per concludere ve ne racconto uno che forse è meno conosciuto.
Si tratta dell'usanza di consumare mele o di giocare con esse perché infatti, se Ottobre è il mese della zucca, per tradizione e per profondo significato simbolico è anche quello della mela.
La mela è simbolo dell'Altromondo, del contatto con gli Dei e con la componente divina della vita, come ci mostra anche la storia di Adamo ed Eva.
Però, se per la tradizione cristiana la mela è diventata simbolo del peccato, anticamente essa aveva la pura valenza di frutto magico con cui si sfamavano i morti degni dell'Eterno Banchetto dell'Altromondo e rappresentava quindi la trasformazione finale del ciclo umano.
I Celti infatti credevano che le persone, una volta trapassate, raggiungessero l'Eamhain Abhlach, la Terra dei Meli i cui frutti erano magici perché racchiudevano i tre colori base dell'esistenza (
Rosso-buccia, Bianco-polpa, Nero-semi ) ,e proprio per questa simbologia trina così profonda li inserivano nei festeggiamenti di Samhain.
Un passatempo diffuso era quel che inglese ancora oggi si chiama "bobbing for apples" e che consisteva nel tentare di raccogliere una mela galleggiante con la bocca, senza usare le mani.
Questo era sicuramente un gioco, un divertimento, ma la presenza della mela nell'acqua ,unita al fuoco nella versione scozzese del gioco, riportava in vita la triade celtica che stava alla base del viaggio dell'anima nell'Altromondo.
Insomma, si giocava ed al contempo si celebrava il passaggio dei defunti tenendo presenti i doni di amore, conoscenza, morte ed immortalità che la Dea dispensava alla Tribù tramite le mele sacre.
E a proposito d'immortalità e magia, sapevate che:
-i semi di mela contengono il cianide capace di uccide un adulto che ne mangi mezza tazza?
-in tutti i miti del passato la mela rappresenta il viaggio verso una meta che trascende la vita terrena?
-ancora oggi si usano le mele negli incantesimi d'amore e che il Crab Apple (appartenente ai rimedi nei fiori di Bach) è indicato per chi desidera che tutto sia immacolato e perfetto e perciò assimilabile al divino?
-il raccolto delle mele veniva celebrato dai Celti tanto quando quello delle nocciole perché equivalente simbolo di saggezza, segreta conoscenza e sapienza magica?
Ora che conoscete molti degli aspetti di Samhain, magari vi sentite attratti dalla sua magia e vi state chiedendo come celebrarlo nel vostro piccolo, a casa vostra, dove non potete accendere falò o portare secchi di mele.
Beh, come sempre si può fare e basta iniziare da se stessi, entrando nell'ordine di idee che questo è il momento di raccogliersi e passare più tempo in casa, convogliando le energie all'interno e dando ascolto al proprio lato spirituale e interiore.
Meditare, riflettere e pianificare sono quindi tutte attività ora predilette ma sarebbe anche un buona cosa dedicare un pensiero a chi non c'è più ,ringraziandolo per il suo passaggio e magari lasciandogli un piccolo dono o una candela accesa nella notte del 31 Ottobre affinché l'energia circoli e la condivisione rimanga viva.
Se avete degli amici e lo spazio necessario, festeggiate all'aperto, magari coprendovi con un bel maglione caldo e ballando in allegria. I Celti erano molto consapevoli della morte e per questo avevano tanto cara la vita, perciò impariamo da loro e festeggiamo senza tristezza finché siamo qui.
Anche decorare casa con zucche, mele e candele negli stessi colori può essere un modo per ricreare una bella atmosfera festiva. Inoltre non dimenticate di trascrivere su un foglietto quel che volete lasciar andare e di bruciarlo in un contenitore alla viva fiamma del Nuovo Fuoco Sacro.
Se vi fa piacere potete accendere la candela in cucina, centro della vita di casa, e poi portarla simbolicamente in ogni stanza, così da illuminare tutti gli aspetti ed i momenti che vivrete nel nuovo anno. Ricordate che se Samhain è la Festa dell'Oscurità essa è anche la celebrazione del suo opposto, della Luce che Rinasce.
Quindi cercate di equilibrare le due cose e di dare la giusta importanza ad entrambe.
Candele rosse come simbolo di rinnovamento ed energia vanno benissimo ma si possono anche accendere lumi neri se ci si sente più vicini all'inconscio e agli aspetti femminili della Dea Terra. Infine anche il bianco è da considerare se si vuole enfatizzare la propria razionalità e far sì che guidi nell'anno a venire.
Potete bruciare nel falò qualche ramo di melo per tutta la simbologia vista poco sopra o ancora accendere candele a forma di mele se avete l'occasione di trovarle, così da avere tutti e tre i colori insieme.
Il fuoco brucia il vecchio illuminando ed alimentando il nuovo, esso scalda il freddo e porta luce nel buio. E così è Samhain, la festa di una fine buia e fredda che è anche un nuovo luminoso inizio.
Cercate di conservare nel cuore quest'ultima frase ed approfittate di questo momento per festeggiare insieme la morte e la vita, il sonno e la veglia.
Ora si accende il famoso Calderone celtico di Cerridwenn ed il ribollire della sua acqua porterà la giusta umidità ai semi che ora dormono nella terra, affinché si trasformino in fiori a Primavera.
La nota di chiusura è dedicata al Tasso, pianta sacra della festa di Samhain.
Il Tasso è un albero che parla di morte ma anche d'immortalità e per tale motivo si trova spesso nei cimiteri antichi. Il suo legame con la morte è dato dal veleno presente nella sua corteccia e nelle foglie e perché con esso venivano costruiti gli archi da guerra. L'immortalità invece risiede nel "comportamento" della pianta stessa nei confronti della vita poiché viene assimilata ad una pianta sempre verde e che può vivere per più di 2000 anni.
In realtà una parte del Tasso ,quella più interna e vecchia, muore ma al tempo stesso l'albero propaga i suoi germogli direttamente nel terreno, creando da lì nuove radici ed espandendosi intorno all'albero d'origine. La pianta cresce quindi intorno a se stessa ed in certi casi dal di fuori è quasi impossibile capire il suo sviluppo.
Tale capacità di "autorigenerarsi" le conferisce perciò il simbolo d'immortalità di cui dicevamo e lo pone come simbolo di rinascita e reincarnazione tipici della festa.
Spero che anche questo post vi sia piaciuto e dato che siamo al giro di boa vi ricordo che potete trovare gli articoli dedicati alle altre feste celtiche a questo link .
A tutti voi felice Samhain e buoni dolcetti di Halloween :)
-se vuoi leggere altri post di "Celtica" puoi cliccare QUI e troverai l'elenco completo a fondo post-
Pazienza e fiducia e mele: come farmi apprezzare la festa del 31 ottobre ;) Naturalmente le storie celtiche sono interessanti, al di là del martellamento di halloween che mi dà abbastanza fastidio. Ho ricordi d'infanzia legati a un'antica festa, che sopravvive nei paesini dell'interno della Sardegna, legata ai morti o ai santi, insomma al 1 novembre: i bambini vanno di casa in casa e ricevono dolcetti. Non sono mascherati, però, anche se credo che un tempo ci fosse l'usanza di colorarsi la faccia di nero, ma non ne sono sicura. Ho assistito solo una volta, ma purtroppo ero dentro la casa a cui i bambini hanno bussato, non fra i bambini che ricevevano i dolcetti, quindi a me niente! Forse odio questa festa da allora ;)
RispondiEliminaLa mela, poi, mi piace più della zucca, quindi sapere che ha un significato così importante mi incoraggia a mangiarne di più!
Buon nuovo inizio!
Sì, avevo letto della tradizione sarda, fra le altre, e mi spiace che tu non abbia avuto la tua dose di dolcetti allora. Però puoi recuperare adesso facendo qualche dolce alle mele ;)
EliminaBuon inizio anche a te ,anche se non festeggi Samhain si affaccia un nuovo mese :)
Un abbraccio e grazie per la tua presenza qui, mi fa sempre tanto piacere.