14 gennaio 2018

Stagioni ed Elementi#02: d'Inverno e di Terra

"Se il venerdì era stato di burrasca ed il sabato tempesta, stamane svegliandomi ho teso piano l'orecchio ed ho felicemente udito l'Acqua essersi fatta più calma.

Frattanto qualcuno urlava a gran voce dalla prua, mentre in molti accorrevano sul ponte a guardare.

Finalmente era possibile calare l'àncora.
Finalmente in vista c'era la Terra." 

(dalle ancora inesistenti "Cronache di Einon", che forse un giorno scriverò per intero)


La Terra è lo stato solido dell'esistenza, il fondamento in cui l'acqua (vista qui) si deposita per dare origine alla vita quando viene scaldata dal sole e smossa dal vento.
La Terra è stabilità, tenacia, resistenza e rigidità, nel bene e nel male di tutti questi aspetti.
La Terra è il mondo materiale che ci circonda ma che portiamo anche dentro di noi, poiché le rocce, gli alberi, le piante e gli animali nel tempo tornano a lei ed attraverso essa, grazie ai sali minerali del terreno, entrano a far parte di noi in un ciclo continuo.
La Terra è anche un Elemento, quello che contraddistingue l'Inverno.















Spiritualmente la Terra ci trasmette solidità e stabilità interiore, come anche il senso dei valori e la pazienza, ma essa è fondamentalmente il radicamento, la base del Primo Chakra (Muladhara) che se ben sviluppato aiuta a crescere con un giusto senso di ciò che si è, con la giusta autostima.
Essere ben radicati significa infatti avere una solida base fatta di sana considerazione di sé, di giusta consapevolezza e di buona visione del proprio vissuto e delle proprie origini, familiari e spirituali.

Un buon radicamento è ciò che permette di sognare ma al tempo stesso di realizzare obiettivi e desideri senza per questo essere portati totalmente via dalla fantasia.
Infatti, come le radici di un albero tengono lo stesso "giustamente al suolo", permettendogli al contempo di sviluppare bellissime foglie protese verso il cielo, così la Terra in noi ci bilancia tra sogni e realtà e ci dà il giusto nutrimento per vivere ed alimentare la nostra creatività.

La Terra è l'elemento legato all'Inverno e, a ben pensarci, essa è tutto tranne che ferma o morta per via del freddo e del gelo. Anzi, sotto la coltre nevosa e la brina lei rallenta i suoi ritmi e riposa "covando al caldo" in attesa della primavera, quando fiorirà nuovamente.














La Terra ci collega al nostro corpo e alle nostre risorse, creative come i talenti o materiali come i piccoli ma significativi beni di cui ci contorniamo.
In tutti i sensi, essa ci radica nel sentimento della vita.

Il detto "mancare la terra sotto ai piedi" è forse il modo più consono per illustrare cosa significhi la mancanza della Terra/Radicamento in una persona, la quale letteralmente si sente perduta e senza più un appoggio. Difatti, quando il senso della Terra in noi è poco, o si riduce per qualche motivo, ci sentiamo nervosi ed insicuri e fatichiamo a prendere decisioni o a gestire le cose quotidiane.

Dall'altro lato, essere "troppo di Terra" può diventare un ostacolo, poiché rende inermi e bloccati (fisicamente e mentalmente), incapaci di avanzare oltre i propri schemi ed esageratamente rinchiusi in ciò che si pensa e/o si possiede. In questo caso si possono notare nella persona delle carenze digestive legate alle esperienze sia sul piano fisico che mentale o ,detto più semplicemente, si diventa rigidi a tavola e nella digestione così come nella vita, della quale non si vuole appunto fare nuova esperienza.












Per sviluppare un buon radicamento ed un equilibrato senso di Terra, è utile quindi mangiare e fare qualcosa di nutritivo, in senso mentale e fisico.
Cereali, legumi, un po' di carne e pesce o ancora verdure lesse o grigliate sono tutti cibi importanti per il corpo ,poiché apportano un senso di benessere e contentezza nutrendo e riempiendo in maniera solida.
Anche mangiare in un luogo tranquillo e focalizzandosi sul cibo e sul suo odore sono modi per "fare grounding o tornare alla Terra", poiché calmano e riportano all'apprezzamento delle piccole cose terrene facendo riaffiorare in noi la consapevolezza.
Inoltre il nutrimento può venire dallo spirito, e cioè dall'amore che sappiamo coltivare per noi, da quello che doniamo e da quello che permettiamo giungere dagli altri, ma anche dal nostro equilibrio tra lavoro e riposo, tra attività e quiete, e da come condividiamo i nostri talenti, le nostre risorse e ciò che possediamo.


Le persone di Terra sono generalmente solide nel fisico, che spesso ha un'ossatura grossa ed un portamento composto, e lo sono altrettanto nelle relazioni, in cui mettono (e cercano) punti stabili come piccole radici. 
Di solito hanno la pelle sottile e delicata e capelli fini, sono di buon appetito e dormono sonoramente. Inoltre usano in modo parsimonioso l'energia fisica ed il denaro e sono attaccate ai ricordi e a ciò che possiedono ma nonostante ciò, se sono abbastanza mature, sanno anche essere generose.

Come sempre tutto sta nell'equilibrio ma, sia che in voi la Terra sia troppa oppure poca, fare riferimento alle radici delle piante degli alberi non vi farà del male, anzi.
Le radici infatti sono il punto in cui l'energia della Terra si concentra, e perciò sono simbolo di stabilità, ma rappresentano anche un sistema di flusso utile e necessario al benessere e che ci ricorda nuovamente l'importanza dell'equilibrio.


La Terra è l'elemento più denso, simbolo di coesione ed aggregazione, e perciò viene associata al peso ed alla concretezza. 
Si dice che ci si avvicini a lei quando si ristruttura casa o in caso di bilancio della propria situazione professionale, perché entrambe le cose sono legate al radicamento e quindi alla sopravvivenza (ancora il Primo Chakra che ritorna), ma ci si accosta alla Terra anche quando ci si occupa del proprio corpo, ovvero la casa della propria anima.
In tutti questi casi si cerca di mangiare meglio ed in maniera più sana, di fare più attività fisica, di bilanciare meglio il lavoro ed il riposo, e si sviluppa quindi un forte senso di consapevolezza che mira appunto a curare il radicamento e a sfruttare positivamente le energie.

Inoltre, quando ci si radica si ritrova una sana autostima grazie alla quale si comprendono il proprio valore e la propria bellezza, interiore ed esteriore, e si mettono dei punti fermi ai quali si sceglie di non rinunciare più poiché apportano senso, soddisfazione e gioia alla vita.
Quando ci si radica si diventa quindi più stabili e saldi perché, in sostanza, ci si avvicina al proprio centro.
Questo avviene solitamente con la maturità, intorno ai 35/40 anni, ma in certi casi può giungere anche prima ,a seconda delle esperienze della vita, così come può anche non accadere mai ed allora si vive costantemente come gli adolescenti in balia delle mode e suscettibili ai drammi esagerati, con il risultato di non capire mai chi si è veramente e cosa si vuole fare della propria esistenza.
(E badate bene che con il discorso "perenne adolescenza" non intendo dire che diventando grandi non ci si debba più divertire o rinunciare ad uno spirito evergreen, affatto. L'importante è che lo si coltivi con un giusto amore ed equilibrio mentre si cresce.)














La Terra è in tutti noi e proprio a noi spetta il compito di ascoltarla affinché essa, bagnata dall'Acqua (i sentimenti) e scaldata dal Fuoco (il coraggio, la sana ambizione attiva), generi la Vita che, smossa a sua volta dai venti della creatività e dello spirito, diviene libera di volare gioiosa intorno e dentro di noi.

Per trovare la Terra non serve andare lontano, poiché essa è nel terreno di un campo o nell'albero che vi cresce sopra, e quindi ,per percepire la sua energia positiva, basta anche solo fare una lunga passeggiata in un parco o in un bosco.
Ma essa si trova anche nella sabbia della spiaggia o nella roccia di una scogliera, le quali accolgono i nostri piedi quando vi camminiamo scalzi o le nostre mani quando ci poggiamo per riposare un momento, e penso infatti che venga da lì il mio grande amore per la Bretagna.
Perché lungo le sue coste, nei suoi boschi e sulla sua sabbia ritrovo tutti gli Elementi e la forza stessa della Terra, e perciò mi sento a Casa al sicuro e al tempo stesso in viaggio dentro di me.


Secondo il filosofo siciliano Empedocle, la Terra viene associata ad Ade (il dio greco degli inferi) ma vi sono anche altre associazioni che vedono nella Terra la Luna Nuova ed entrambi gli abbinamenti, molto probabilmente, fanno riferimento al significato di rinascita che contraddistingue tale Elemento.
Ancora, nei Tarocchi la Terra è legata ai Pentacoli/Denari ossia a due simboli che non parlano del demonio (come erroneamente si crede) quanto piuttosto dell'aspetto materiale della vita, del benessere e della quotidianità.

Secondo la tradizione celtica, l'Inverno e la Terra sono legati alla Roccia ed al Nord, dove ancor oggi secondo le leggende riposerebbe la magica pietra del destino (la "Lia Fail") capace di giudicare chi è nobile di cuore e di spirito e di emettere un grido al suo passaggio o tocco.
In realtà le pietre sono sempre state ritenute capaci di incanalare memorie ed energie ed il loro diretto collegamento con la terra è stato usato fin dall'antichità per segnalare luoghi sacri in cui convergerebbero determinati flussi energetici (le Ley Lines).
Inoltre, la pietra è stata scelta fin dall'antichità come mezzo per conservare messaggi nel tempo nella maniera più salda possibile, dimostrando così la sua importanza ed il suo stretto legame con l'esistenza.

Anche il folklore racconta della Terra e della Pietra e lo fa riferendosi alle Fate, le quali, secondo le leggende, avrebbero costruito molti dei gruppi di megaliti che sono ancora oggi visibili in diversi paesi, anche oltreoceano.
Di storie o fiabe a riguardo ce ne sono moltissime ma data la mia passione per la Bretagna ve ne racconto una che viene da lì e che parla di un posto che ho visto personalmente:
la Roche-aux-Fées, nel comune di Essé .
( Sì, quella qui sotto sono io, in vacanza, vestita piuttosto "comecapita" pur di poter scarpinare in ogni anfratto. Ed ancora non avete visto dove sono stata ad Agosto scorso perché il Diario di Viaggio 2017 è in lavorazione ;) ) .


Comunque, divagazioni a parte, il sito non è imponente come quello di Stonehenge o grande come quello di Carnac ma la dimensione dei massi rimane ugualmente affascinante, così come la loro collocazione perfettamente allineata al sorgere del sole durante il Solstizio d'Inverno, quando il primo raggio illumina l'asse centrale della costruzione, la quale misura 19 mt in lunghezza per 6 mt di larghezza ed il cui peso delle singole pietre, provenienti da una zona naturale a 4 km di distanza a Sud, è stimato in diverse tonnellate.

Le leggende raccontano che sia stato edificato in una sola notte dalle fate stesse per provare all'uomo la loro esistenza ma personalmente trovo che la favola relativa più bella  sia "la fée des houx" di Adolphe Orain, racchiusa nelle Contes du Pays Gallo del 1904.

La storia narra di un patto stretto tra gli uomini della regione e la Fata dell'Agrifoglio che, vedendo i primi in difficoltà, decise di donare loro una borsa d'oro "che mai si consuma" in cambio della promessa di non aprire un vaso sigillato che lei stessa avrebbe deposto sotto il sito della Roche-aux-Fées una volta terminata la sua costruzione.
Si sa, le fate son capricciose e suscettibili e così gli uomini, pur d'avere sempre oro a disposizione, strinsero con loro l'alleanza senza proferir parola ed in una sola notte il sito vide la luce, esattamente come lo conosciamo oggi.














Dagli ulteriori racconti di Orain pare che le fate abbiano portato ben 3 pietre alla volta, come se il loro peso fosse di piuma, ma sembra anche che qualcuna, distratta più di un'altra, abbia lasciato cadere un masso qui e là senza più poterlo raccogliere per via del Diavolo, il quale l'avrebbe trattenuto al suolo tramite un maleficio, e che sia per questo motivo che ancora oggi vediamo alcune pietre abbandonate nei dintorni del complesso.

E' una bella spiegazione, non trovate? :)
Anche perché se non si crede alle fate allora bisogna credere all'antico popolo dei giganti, oppure bisogna spingersi oltre, aprendo ancor più la mente e credendo nel fatto che in passato si conoscesse un altro "magico modo" per sollevare ( e a volte anche incastrare con enorme precisione ) tonnellate di pietra e posizionarla in specifici punti delle maglie terrestri per far risuonare l'energia oltre, fino all'interno dell'uomo stesso.

Eh già, non sapevate che le rocce "cantano" grazie alla Terra, che si caricano della sua influenza tellurica e che con essa vibrano accordandosi come preziosi strumenti musicali naturali?

Eh, quanti spunti per altri bei post ;) ….


Tornando a noi, invece, se non avete la possibilità di uscire nel verde, ricordate che anche prendersi cura di qualche pianta può riportare al senso di radicamento e se poi non potete permettervi nemmeno quelle allora avvicinatevi agli alberi attraverso il loro studio.
Qui sul blog ,e tempo permettendo, porterò avanti la rubrica "Arborea",che tratta proprio dei giganti verdi, ma sicuramente troverete in libreria qualche bel testo da leggere la sera.
A me ne sono passati fra le mani diversi quando sono stata in biblioteca e se dovessi suggerirvene uno piccolo piccolo dal quale iniziare vi nominerei questo:




















Avendo studiato gli alberi per una vita, Jacques Brosse scrive di loro in modo completo ma anche semplice ed inoltre, essendo francese, lo fa in maniera poetica apportando anche spunti leggendari cari alla sua cultura ed alla mitologia.
Insomma, nella sua semplicità questo piccolo manuale è molto piacevole e se riuscite a trovarlo in vendita online fatemelo gentilmente sapere poiché è continuamente esaurito e non riesco mai a comprarlo.

Un abbraccio e alla Primavera con il post sull'Aria !


Ah! Scordavo.
Cosa conteneva il vaso delle fate?
E beh, esso racchiudeva le ceneri dei morti ritenuti degni di protezione per le loro azioni passate e questo, credetemi, per le Fate di Terra aveva davvero grande importanza poiché, come dicono i druidi, ogni azione che si compie torna indietro ben 3 volte.


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